Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata – venerdì-sabato-domenica 6-7-8 ottobre 2023


Le Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata 

premiate con medaglie dal Presidente della Repubblica

EVENTO PRINCIPALE

LE COLONIE MAGNO – GRECHE CALCIDESI

LENTINI – GIARDINI NAXOS – TAORMINA – CATANIA

6-7-8 OTTOBRE 2023

TUTTI GLI ALTRI FINE SETTIMANA DI OTTOBRE 2023 DIFFUSA SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE  

Organizzazione Gruppi Archeologici d’Italia   
 leggi e scarica il programma
 Programma_AR_Ventennale_Taormina_2023 

 

LE GIORNATE NAZIONALI DI ARCHEOLOGIA RITROVATA 2023

I Gruppi Archeologici d’Italia, associazione di promozione sociale per la valorizzazione e la tutela dei beni culturali, organizza nelle giornate di venerdì, sabato e domenica, 6, 7 e 8 ottobre 2023, la XX Edizione delle Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata. La manifestazione, più volte premiata con Medaglia del Presidente della Repubblica, promuove la valorizzazione e la tutela dei beni culturali poco conosciuti che rischiano di essere dimenticati e cancellati dalla memoria storica degli uomini.

Le iniziative proposte sono:

a – Interventi sul territorio in collaborazione con Enti e Istituzioni;

b – mostre fotografiche, pannelli illustrativi, video, allestimenti di stand e banchetti, con distribuzione di materiali informativi, collocati in luoghi particolarmente frequentati come Musei, Archivi, Biblioteche, strade e piazze dei centri storici delle città.

Le Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata si svolgeranno ogni anno nel mese di ottobre e prevedono un evento nazionale nel secondo fine settimana (sabato e domenica) del mese di ottobre.

 

PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE

scarica il programma 

Programma_AR_Ventennale_Taormina_2023

Il programma dell’evento nazionale delle Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata 2023, nei giorni 6, 7 e 8 ottobre 2023, nel pieno rispetto delle normative in vigore, prevede:

VENERDÌ 6 OTTOBRE 2023

Ore 11 – Accoglienza degli Ospiti e partenza per Leontinoi (Leontini) e Carlantini

Ore 12.00 – Visita al Parco Archeologico di Lentini e Megara

Visita alla Città ed al Museo Archeologico di Lentini

SABATO 7 OTTOBRE 2023

Ore 8,30 – Visita al sito di Naxos Giardini

Ore 14.00 – Visita a Taormina

In serata – Teatro antico di Taormina – Celebrazione del ventennale

” Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata”

DOMENICA 8 OTTOBRE 2023

Ore 9.00 – Visita al Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania

PROGRAMMA DI VENERDÌ 6 OTTOBRE 2023

Ore 12.00 – Partenza per Leontinoi.

Visita dell’antica città di Leontinoi in collaborazione con Gruppo Archeologico LEONTINOI e Parco Archeologico di Leontinoi e Megara Iblea.

Il Parco archeologico di Megara è stato istituito nel 2019. Comprende le aree archeologiche di Leontinoi, Monte San Basilio e Megara Iblea, ubicate nella parte settentrionale della provincia di Siracusa. Nei colli di Leontinoi, ricadenti negli attuali comuni di Lentini e Carlentini, insistono testimonianze archeologiche che documentano la storia del sito da età neolitica fino all’età del ferro. La città greca di Leontinoi divenne colonia dei calcidesi nel 729 a.C. A seguito della guerra fra Leontinoi e la vicina Megara, che si contendevano il territorio, divenne polemarco, Panaitios, ricordato quale primo tiranno della Sicilia. Insieme alle altre città della Sicilia orientale agli inizi del V sec. a.C. Leontinoi fu assoggettata da Ippocrate di Gela. Il tiranno Ierone vi trasferì gli abitanti di Catania e Naxos nel 476 a.C. La città riconquistò l’indipendenza qualche anno dopo. Nel 433 a.C. fu stipulata un’alleanza con Atene, dove fu mandato quale ambasciatore il celebre oratore Gorgia da Leontinoi. Dopo la pace di Gela del 424 a.C. Leontinoi divenne parte al territorio di Siracusa e quindi coinvolta nelle vicende militari della seconda spedizione ateniese in Sicilia. Il suo ruolo baricentrico nello scacchiere geopolitico della Sicilia orientale fu il motivo del suo ripopolamento alla fine del V sec. a.C. con cittadini provenienti da Akragas, Gela e Kamarina. Nel 405 a.C. il tiranno Dionigi fortificò la città e vi immagazzinò i cereali provenienti dal suo ricco territorio, insediandovi diverse migliaia di militari. Fu inclusa nel regno siracusano di Ierone II quando i romani occuparono gran parte dell’isola. In essa fu ucciso Ieronimo, ultimo re di Siracusa. Dal 214 a.C., anno in cui i romani occupano la città, iniziò un progressivo declino della città anche se il territorio dei Campi Leontinoi continuò ad essere fra i più produttivi dell’isola. Della città greca nel Parco archeologico di Leontinoi e Megara sono tuttora fruibili i resti monumentali della Porta Sud. Segno della contigua fortificazione, in territorio di Carlentini. I resti della Porta Nord sono tuttora oggetto di scavi condotti dall’Università di Catania in collaborazione col Parco.

MUSEO ARCHEOLOGICO DI LENTINI

In occasione delle Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata dei Gruppi Archeologici d’Italia, sarà inaugurata presso il Museo, una nuova stanza di reperti archeologici recuperati da giacenze di magazzino da oltre 20 anni e mai esposti prima d’ora. Il Museo archeologico si sviluppa su tre livelli. Il percorso espositivo comprende le testimonianze della preistoria e protostoria nel territorio della città greca, per i corredi delle necropoli di Cava Ruccia e S. Eligio, le testimonianze dei primi contatti tra popolazioni indigene ed i coloni greci e le prime importazioni greche nella città di Leontinoi con le testimonianze dall’abitato (Contrada Caracausi e Crocifisso). Seguono l’esposizione dei materiali dall’area sacra di Metapiccola e delle fortificazioni della Porta Nord e della Porta Sud, che spiega la sezione stratigrafica, che risale all’allestimento Cabianca Rizza. Sono, poi, presentate le testimonianze dei due santuari periurbani di Contrada Alaimo e Contrada Scala Portazza. Ampio spazio viene dato al tema del Collezionismo a Lentini e poi alle necropoli dell’antica colonia greca. Nel percorso espositivo viene evidenziate la continuità di vita in età medievale, con riferimento alle chiesi rupestri ed al periodo di Federico II, particolarmente legato a questo territorio. Nel piano superiore è una sezione riservata ai rinvenimenti subacquei di Contrada Castelluccio e poi la documentazione dalla preistoria in poi nel territorio.

VISITA DELLA CITTA’ DI LENTINI

La città di Lentini è stata fondata, secondo la tradizione derivata da Tucidide, da coloni greci, provenienti da Calcide, che, sotto la guida di un certo Theokles (Teocle), occuparono le colline a sud della ricca piana alluvionale del Simeto intorno al 730 a.C. Ma molti secoli prima che il piede calcidese calpestasse la terra di Sicilia, popolazioni di varia origine avevano occupato le stesse colline. Tra queste popolazioni, una gente di origine peninsulare che gli storici hanno identificato con i Siculi. Essi passarono nella Sicilia dall’Italia (dove abitavano) fuggendo gli Opici, su zattere o in qualche altro modo. Giunti in Sicilia, essendo un popolo numeroso, vinsero in battaglia i Sicani e li scacciarono verso le parti meridionali e occidentali del paese. Questa popolazione, che basava la sua economia sull’agricoltura, ma anche sulla pesca e sul commercio, esercitato attraverso lo scalo di Castelluccio, si stanziò sul colle di Metapiccola, dando origine ad un insediamento che gli studiosi hanno identificato con la mitica Xouthia.

IL PERIODO ROMANO

Poche e scarne le notizie relative a Leontini sotto il dominio di Roma. Inquadrata in primo momento tra le città decumane, sottoposte al pagamento della decima parte del raccolto, si trasforma a poco a poco in città censoria, il cui territorio viene dato in affitto a cittadini di altre città dietro pagamento di un canone prestabilito. Alla fine del I secolo a.C., il territorio di Leontini viene usato per i donativi agli alleati dei triumviri. La città entra in un periodo di grande decadenza, scompare praticamente come città, mentre la popolazione preferisce trasferirsi nelle campagne e nelle fattorie sparse nel territorio. Quasi del tutto assenti le notizie relative alla città in periodo imperiale. Le poche informazioni giunte fino a noi sono inserite nel contesto delle vicende dei santi martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, chiaramente leggendarie e quindi di poca utilità. Secondo la tradizione, la chiesa Leontina è una delle prime ad affermare che Maria è madre di Dio, prima che questa verità di fede venga ufficialmente proclamata dal concilio di Efeso (431 d.C.).

A  seguire partenza per Hotel, check- in, cena e pernottamento presso hotel Lachea ad Aci Castello.

Il tour in bus da 50 posti comprende: partenza da aeroporto Catania venerdì 6 ottobre ora pranzo (dipende dai voli di arrivo), trasferimento a Lentini per la visita, poi in hotel a Aci Castello.

Sabato 7 ottobre 2023

Giardini Naxos per visita. Poi Taormina per visite e evento. Rientro a Aci Castello.

Infine domenica 8 ottobre 2023  trasferimento a Catania per visite e poi trasferimento per aeroporto Catania in base a orari voli. (totale dei 3 giorni).

 PROGRAMMA DI SABATO 7 OTTOBRE 2023

Ore 8.30 – Partenza per visitare il sito di Naxos a Giardini in collaborazione con Gruppo Archeologico di CATANIA e Parco archeologico Naxos Taormina

Naxos fu la prima colonia greca in Sicilia, fondata nel 734 a.C. da coloni provenienti da Calcide in Eubea e dall’isola di Naxos nelle Cicladi, come riferisce Ellanico. Sorge sulla costa orientale a sud di Messina, presso un naturale punto di approdo per navi che salpano dalla Grecia verso occidente e la Sicilia. Intorno al 492-491 a.C. la città fu conquistata da Ippocrate di Gela (Hrd. 7.154); nel 476 a.C. circa Ierone di Siracusa trasferisce i suoi cittadini a Leontinoi (Diod.Sic. 11.49.1-2). Subito dopo una nuova città con impianto a griglia ortogonale fu costruita presumibilmente ad opera di Ierone (intervento non attestato dalle fonti, ma da evidenze archeologiche. Intorno al 461-460 a.C. gli esuli fecero ritorno dopo la caduta della tirannide a Siracusa (Diod. Sic. 11.76.3). Come città ionica, Naxos fu alleata di Atene già prima della Pace di Gela del 424, e dopo con le sue colonie di Leontinoi e Katane (Thuc. 6.20.3) supporta gli Ateniesi nelle campagne contro Siracusa del 415-413 a.C. Per questa ragione le fortificazioni e le case di Naxos furono rase al suolo da Dionigi di Siracusa (Diod.Sic. 14.15.2), dopo che Atene fu sconfitta nella guerra del Peloponneso. Strabone (6.2.2) nel tardo I secolo a.C. osservava che la città non era più esistente. Sebbene il principale centro urbano dal IV secolo a.C. in poi sia la nuova fondazione di Tauromenion costruita a nord, sulla parte opposta della baia, si accrescono a Naxos attorno alla baia, in stretta relazione con il porto, evidenze di un abitato che sopravvive sino all’VI secolo d.C., mentre affiorano tracce di un abitato dell’VIII secolo d.C.

Al termine trasferimento verso Taormina – Lunch, pasto leggero a metà della giornata

Ore 14.00 Visita di Taormina.

Il Parco archeologico di Naxos, istituito nel 2007, è composto dal Museo Archeologico di Naxos, dal Teatro Antico di Taormina, Villa Caronia, Museo naturalistico a Isolabella, e delle aree archeologiche di Taormina e Francavilla, oltre che di Naxos.

Tauromenion sopravvive all’Antichità con lo stesso nome e nello stesso luogo, ciò determinando la distruzione di larga parte dell’antico tessuto urbano e molto contribuendo alla sua particolarissima identità di città siciliana. L’antica città occupava i declivi del monte Tauro verso l’ampia baia di Naxos, la prima colonia greca di Sicilia, cui si sostituisce nel corso del IV secolo a.C. Le notizie sulla sua doppia fondazione ben testimoniano la volontà di porre la città in diretto rapporto di discendenza con l’antica colonia, malgrado il nome di origine sicula.

Nel 358 a.C. Andromaco, padre dello storico Timeo, raccoglie i superstiti di Naxos e i loro discendenti (Diod. XVI 6,7) e fonda la nuova città, di fatto ellenizzando quella in precedenza (396 a.C.) fondata dai Siculi con l’aiuto di Imilcone (Diod. XIV 59,2). Ritrovamenti nell’area dell’agorà segnalerebbero l’esistenza di un abitato greco già a partire dal VI secolo a.C.

I Siculi avevano abitato le alture del Tauro (Diod. XIV 88,1). Le tombe della necropoli di Cocolonazzo con corredi comprendenti vasi ad impasto e vasi tardo-geometrici euboici; evidenza quest’ultima dei precoci rapporti tra Siculi e coloni.

Dopo la fondazione del 358 a.C., Andromaco partecipa alla guerra contro i Cartaginesi a fianco di Timoleonte. Con Agatocle la città perde di importanza, assoggettata da Siracusa: nel 312 a.C. il tiranno siracusano esilierà Timeo, suo inconciliabile avversario politico. All’inizio del III secolo a.C. riacquista l’indipendenza con il tiranno Tyndarion, che nel 278 a.C. aiuta Pirro ad impadronirsi di Siracusa (Diod. XXII 2,1; 7,4; 8,3).

Tale indipendenza ebbe breve vita: nel 270 a.C., durante la guerra tra Siracusa e i Mamertini, Taormina è annoverata tra i domini di Siracusa (Diod. XXII 13,2), e così successivamente nel trattato del 263 a.C. tra Ierone II e i Romani. Con questi ultimi la città abilmente intrattenne buoni rapporti, riuscendo ad evitare, durante la II guerra punica, di ricevere una guarnigione romana e di partecipare alla guerra con proprie truppe.

La fedeltà a Roma le garantisce lo status di alleata del popolo romano, per questo esentata dalle più gravose contribuzioni, quali la fornitura di navi da guerra (Cicerone, Verr. II, 4,50). Nella prima guerra servile è una delle principali roccaforti degli schiavi ribelli, con difficoltà riconquistata dal console Rupilio nel 132 a.C. Diventa con Cesare municipio latino come molte altre città siciliane. Si schiera con Sesto Pompeo nella guerra che oppone questi ad Ottaviano (Appiano, Bellum civile, V. 449-65).

Questa alleanza costa a Taormina la brutale espulsione degli abitanti e la deduzione da parte di Augusto, probabilmente nel 21 a.C., della colonia popolata con veterani prevalentemente di origine italica (Diod. XVI 7,1).

Conosciamo poco della storia successiva: la città continuò a godere di una certa prosperità, in parte dovuta alla produzione di vini rinomati (Plinio, Nat. Hist.,XVI, 26 e 66) e all’esportazione di marmi colorati e di legno, come già documentato nella tarda età ellenistica dalle iscrizioni con i rendiconti finanziari. I resti dell’edilizia pubblica e privata documentano un forte sviluppo e un notevole livello di benessere nei secoli II e III d.C.

Dopo la conquista di Siracusa da parte degli Arabi, Taormina fu considerata la capitale della Sicilia bizantina: capitolerà solo nel 902 dopo aver resistito a lungo.

Teatro Antico Taormina

In posizione dominante, occupa il crinale della collina omonima. Studi recenti hanno contribuito a risvegliare l’interesse su questo monumento, legato più al paesaggio che all’archeologia. Con i 109 m di diametro della cavea è, dopo quello di Siracusa, il teatro più grande non solo della Sicilia, ma della penisola italiana e dell’Africa. L’impianto originario risale come a Siracusa al III secolo a.C. A documentarlo sono i resti del muro a blocchi isodomi, inglobati nell’edificio della scena e tre sedili con iscrizione dalla cavea. Alla stessa epoca risalgono gli avanzi del piccolo edificio sacro alla sommità della cavea, poi obliterati dall’allargamento che questa subì nel II d.C.

Quanto è visibile appartiene interamente alla ristrutturazione romana, in particolar modo a quella avvenuta nella prima metà del II d.C. sotto Traiano o sotto Adriano. La pianta del teatro consiste in un edificio scenico rettangolare fiancheggiato da due ampie sale di accesso all’orchestra e in una cavea, poco conservata, divisa in 9 settori da 8 scalette. Un doppio portico in laterizio con colonne di granito e copertura a volta sormonta la cavea. La scena, con pulpitum allineato con i muri di

sostegno della cavea, conserva nel prospetto, un tempo decorato da statue e da una grande varietà di marmi e pietre colorate di importazione, le due aperture laterali o hospitalia, mentre è crollata quella centrale o regia. L’attuale ricostruzione della scaenae frons è dovuta ad un restauro ottocentesco.

L’Antiquarium del Teatro

La Casina degli Inglesi, già sede dell’Antiquarium ottocentesco del Teatro, ospita l’importante collezione epigrafica di Taormina. Taormina ha restituito una sorprendente quantità di epigrafi (lastre con iscrizioni incise), straordinaria per la Sicilia e con pochi confronti nel mondo antico. Si tratta soprattutto di iscrizioni greche di carattere pubblico (recanti i nomi di importanti cariche pubbliche come gli Strateghi e i Ginnasiarchi e rendiconti finanziari), cronologicamente piuttosto omogenee, databili tra il II e il I secolo a.C., comunque prima della trasformazione di Taormina in colonia nel 36 o 21 a.C. Il ricco corpus di iscrizioni taorminesi offre un immediato contatto con la società che le ha espresse, contribuendo ad illuminare molti aspetti della vita pubblica e privata. Nella sala adibita a bookshop sono esposti alcuni lembi di mosaici scoperti sul finire degli anni ’50 dello scorso secolo nel corso di scavi d’urgenza disposti per la costruzione degli edifici di Via Pirandello in prossimità della Porta Messina. Almeno due dei mosaici presumibilmente appartengono al complesso delle terme. I mosaici sono tutti di soggetto marino e risalgono al I – II secolo d.C. Tra questi notevole è il mosaico raffigurante il Centauro Marino.

Naumachie

Il lungo muro in laterizio interrotto da nicchie è il prospetto di un ninfeo che si sovrappone a una stoa o portico ellenistico, utilizzandone il basamento di cui si conserva ancora visibile una porzione nell’estremità sud. La stoa, come il ninfeo si affacciavano su una piazza, o agora delimitandone un lato e fungendo da sostegno al terrazzo superiore. Nelle nicchie del ninfeo erano probabilmente collocate statue, come documenterebbe il ritrovamento del torso di Apollo in marmo pario adesso in esposizione al Museo di Badia Vecchia. Scavi, condotti in occasione di lavori edilizi in un fabbricato sovrastante, hanno accertato una grande serbatoio d’acqua in consistenza dietro la facciata a nicchie. Il bel acquerello di J. Houel ne documentava già l’esistenza. Il rifornimento d’acqua della città, affidato in epoca ellenistica a cisterne private, subisce nella prima e media età imperiale una radicale trasformazione con la costruzione di due acquedotti e di grandi serbatoi, quale quello della salita Giafari ancora in funzione nel moderno acquedotto.

Nel Teatro celebrazione dell’evento di anniversario:

Ventennale delle giornate nazionali di Archeologia Ritrovata

Con la partecipazione di:

Gianfranco Gazzetti – Dir. Nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia

Alberto Scuderi – Dir. Comitato Sicilia dei Gruppi Archeologici d’Italia

Sebastiana Calì – Direttrice Gruppo Archeologico Amenanos Catania

Gabriella Tigano – Direttrice del Parco Archeologico Naxos Taormina

Rosalba Panvini – Già Soprintendente Mi.C Siracusa, Catania e Ragusa

Altri interventi di autorità e ospiti dei Gruppi Archeologici d’Italia

Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata

Più volte premiate con Medaglia del Presidente della Repubblica

CONSEGNA PREMIO “LUDOVICO MAGRINI”

Istituito nel 2020 dalla Direzione Nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia. (Citazione di Ludovico Magrini – Fondatore nel 1965, dei Gruppi Archeologici d’Italia)

PROGRAMMA DI DOMENICA 8 OTTOBRE 2023

Ore 8.30 – Partenza per Catania

Visita al Parco Archeologico e Antiquarium del Teatro Greco

ll Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della valle dell’Aci, comprende siti ubicati sia nel comprensorio della città metropolitana di Catania che nel territorio di Enna. Scopo istituzionale del Parco è soprattutto la ricerca, la valorizzazione e la fruizione di importanti realtà culturali diversificate. In particolare quelle archeologiche, paesaggistiche, letterarie, artistiche e monumentali. Nel parco archeologico di Catania sono rilevanti i complessi monumentali di età romana. L’Anfiteatro, le Terme della Rotonda e le Terme dell’Indirizzo, il Teatro antico e l’Odèon. Nella valle dell’Aci, l’area di Santa Venera al Pozzo (Aci Catena) sono presenti resti di strutture termali e artigianali di età imperiale; infine, il complesso ecclesiale della SS. Annunziata di Mascali con testimonianze musive e pittoriche di epoca medievale. Ai siti di valenza archeologica si associano importanti realtà museali. Quella di Adrano, allocata all’interno del castello normanno, con collezioni di età preistorica tra le più significative dell’Italia meridionale. Il Museo di Centuripe – centro noto nel panorama internazionale per la produzione di ceramiche e terrecotte – con pregevoli collezioni di statuaria ed epigrafi. Quello della Ceramica di Caltagirone – secondo in Italia solo all’omologo di Faenza – le cui raccolte di ceramiche e terrecotte dalla preistoria agli inizi del ‘900 provengono dall’intera Sicilia. Alla fase greca di Catania è dedicata la mostra permanente “Katàne tra mito e rito”. La mostra è ospitata all’interno dell’ex Manifattura Tabacchi. Katanè è una preziosa testimonianza di archeologia industriale nel cuore del centro storico della città.

Teatro greco, Antiquarium e Terme

Il Teatro antico di Catania insiste sulle estreme pendici meridionali della collina di Montevergine, l’acropoli della città antica, tra le odierne vie Vittorio Emanuele, Crociferi e Teatro greco. L’area presenta testimonianze di frequentazione dall’età preistorica. Conserva inoltre tratti dell’edificio teatrale di età greca, verosimilmente collegato al santuario di Demetra e Kore in via Crociferi. L’attuale struttura risale per

lo più all’età romana e presenta diverse fasi costruttive, la prima risalente al I secolo d.C Nel corso del II secolo d.C, il teatro assunse proporzioni maggiori e più fastose grazie alla costruzione di un ingresso monumentale. Grazie ad una cavea più ampia e di un edificio scenico più articolato e riccamente decorato. Dello stesso periodo l’Odeon, utilizzato invece per gare poetiche e musicali. Ulteriormente modificato nel III e IV secolo d.C. venne poi abbandonato e progressivamente coperto da edifici. Due abitazioni (Casa Pandolfo – Casa Liberti), preservate dalla demolizione, fungono oggi da Antiquarium. Queste espongono le testimonianze più significative prodotte dalle indagini archeologiche.

Tra i reperti diversi capitelli di II e III secolo, frammenti decorativi di edifici medioevali e barocchi, trabeazioni e colonne, incisioni lapidee e bassorilievi figurati, nonché frammenti statuari (notevoli una testa muliebre ed un piede con calzare). Tra tutti rimane di elevato interesse un guanciale di poltrona marmorea configurato a delfino. Di quest’ultimo esemplare era possibile seguirne le varie fasi di restauro avvenute sotto la direzione dell’allora sovrintendente Maria Grazia Branciforti. Tra gli altri esemplari, tra cui teste marmoree di figure muliebri e di fanciulli, spicca una Leda col Cigno, copia Romana di un originale Greco attribuito a Timoteo (360 a.C.).

Comitato organizzativo evento principale 2023

Ventennale Giornate Nazionali di “Archeologia Ritrovata

Comitato Organizzatore e Logistico

Componenti:

1) – Dott. Gianfranco Gazzetti – Direttore Nazionale G.A. d’Italia

2) – Dott. Felice Pastore – Vice Direttore Nazionale G.A. d’Italia – Responsabile promozione e organizzazione grandi Eventi

3) – Sig. Vincenzo Moroni – Vice Direttore Nazionale G.A. d’Italia – Responsabile Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata

4) – Dott.ssa Desireé Divizia – Segretaria generale G.A. d’Italia

5) – Dott. Alberto Scuderi – Vice Direttore Nazionale G.A. d’Italia – Componente Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria – Senatore accademico dell’Accademia di Sicilia

6) – Dott. Antonino Filippi – Direttore rivista Scientifica “Archeologia”

7) – Dott.ssa – Sara Di Luzio – Vice Direttore Nazionale G.A. d’Italia

8) – Dott. Antonio Barone – Direttore della “Rotta dei Fenici”

9) – Dott.ssa Sebastiana Calì – Direttrice Gruppo Archeologico Amenanos

Comitato Scientifico e Giuria Premio “Ludovico Magrini” 

Componenti:

1) Dott. Gianfranco Gazzetti – Direttore Nazionale G.A. d’Italia – Già Funzionario Mi.C – Direttore dell’Area Archeologica di Lucus Feroniae

2) Dott. Arch. Enrico Ragni – Presidente Emerito G.A. d’Italia – Esperto in Beni Culturali, Architetto, Critico d’Arte, Storico e Saggista

3) Dott. Felice Pastore – Vice Direttore Nazionale G.A. d’Italia – Ispettore onorario Ministero della Cultura (Mi.C.)

4) Dott. Alberto Scuderi–Vice Direttore Nazionale G.A. d’Italia – Componente dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria – Senatore accademico dell’Accademia di Sicilia

5) Ing. Luigi Sorrentino – Vice Direttore Nazionale G.A. d’Italia – Componente della Società Napoletana di Storia Patria – Saggista

6) Prof. Leonardo Lozito – Vice Direttore Nazionale G.A. d’Italia – Già dipendente Mi.C

7) Sig. Vincenzo Moroni – Vice Direttore Nazionale G.A. d’Italia Responsabile Giornate di Archeologia Ritrovata – Cofondatore Istituto Internazionale Studi Umanistici “Bartolo da Sassoferrato”

COME ARRIVARE A CATANIA

Catania è una città italiana, sulla costa orientale della Sicilia affacciata sul mar Ionio. E il capoluogo della città metropolitana di Catania, una delle dieci più grandi città d’Italia. Raggiungere Catania in treno

Frequenti treni corrono lungo la costa orientale da e per Taormina (ma la stazione di Taormina è una lunga passeggiata sotto la città, a Giardini Naxos meglio prendere il Bus) e Messina, poi a Napoli e Roma ecc. Altri treni raggiungono anche Enna, Palermo (più lenti dei bus) e Siracusa. Una strada panoramica corre verso l’interno per Caltagirone e Gela. C’è un treno al giorno per Agrigento. La stazione ferroviaria si trova a 10 minuti a piedi dal centro della città. Raggiungere Catania in aereo:

Aeroporto di Catania-Fontanarossa con voli di linea e charter in arrivo da destinazioni in tutta Italia e in Europa. Dall’aeroporto, ci sono autobus ogni mezz’ora (Alibus) per la stazione di Catania autobus (proprio di fronte alla stazione ferroviaria principale: Catania Centrale). Il viaggio dura circa 20 minuti. I biglietti sono venduti a bordo (4 euro). Non dimenticate di convalidare il biglietto una volta che vi trovate all’interno del bus.

Se andare al Duomo, la fermata più vicina si chiama “ARCHI”, a pochi metri di distanza.

Raggiungere Catania in auto:

Per i veicoli provenienti da Milano, Autostrada A1 Napoli-Milano, proseguire per la Salerno-Reggio Calabria uscita Villa San Giovanni e imbarcarsi per la Sicilia.

Messina – Catania Autostrada A18 km 95 – Palermo – Catania Autostrada A19 km 195

Raggiungere Catania via mare

Diversi traghetti arrivano dall’Italia continentale verso Catania. C’è un traghetto durante la notte che viaggia ogni giorno tra Napoli e Catania, così come quelli da Genova e Civitavecchia. Si può anche ottenere un traghetto da / per La Valletta, Malta.

Raggiungere Catania con l’autobus

Frequenti autobus svolgono il trasporto da e verso Taormina, Messina, Enna, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa. Autobus meno frequenti per tutte le destinazioni locali, Napoli, Roma, ecc. La stazione principale degli autobus si trova di fronte alla stazione ferroviaria e a 10 minuti a piedi dal centro della città.

 leggi e scarica  la locandina

 

Nota bene:

Per prenotazioni rivolgersi a:

Direttore Rotta dei Fenici – Antonio Barone – cell. 346/0925462 – email: direttore@fenici.net

Per partecipare alle attività di Archeologia Ritrovata nel mese di ottobre 2023 eccetto nel secondo fine settimana di ottobre 2023 nei giorni 6-7-8 rivolgersi a:

Segreteria Nazionale – Desiree Divizia – cell. 392/2380710/ oppure/ Vice Direttore nazionale – Responsabile. Archeologia Ritrovata,  Vincenzo Moroni –  cell. 333.2683261;

compilando la scheda allegata

modello scheda di partecipazione 2023

e trasmetterla successivamente entro il 31 agosto 2023 a:

email: segreteria@gruppiarcheologici.org; moroni.gaditalia@gmail.com